ELENCO MONUMENTI CITY CARD


1 Teatro Massimo: il più grande teatro d’Italia

Uno dei più importanti monumenti della città : Il Teatro Massimo Vittorio Emanuele, meglio noto come Teatro Massimo, di Palermo è il più grande edificio teatrale lirico d’Italia, uno dei più grandi d’Europa e terzo per ordine di grandezza architettonica dopo l’Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. Ambienti di rappresentanza, sale, gallerie e scale monumentali circondano il teatro vero e proprio, formando un complesso architettonico di grandiose proporzioni. Al suo interno si narra che ancora oggi si aggira il fantasma della Monaca del teatro tra misteri e leggende.

Piazza Verdi – Aperto dalle 9.30 alle 18.00 tutti i giorni. La visita guidata: la Sala Grande, la sala collegata al Palco Reale, il Pompeiano o la Sala dell’Eco, la Sala dei Cappotti e il Foyer. La visita è disponibile in italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco.

Durata: 30 minuti. – Info: 091 605.32.67Biglietto ​​visite guidate. € 8,00 – city card: € 6,00.

2 GAM : Galleria d’arte moderna

La Galleria d’arte moderna Empedocle Restivo è un museo civico d’arte moderna ubicato in via Sant’Anna, nel quartiere Kalsa del centro storico di Palermo. Il complesso museale è formato da due edifici uniti in epoca storica: l’ex convento francescano della chiesa di Sant’Anna la Misericordia, di stile barocco, e l’attiguo gotico catalano Palazzo Bonet. Tra i più grandi capolavori: le grandi tele di formato monumentale di Giuseppe Sciuti, i paesaggi di Francesco Lojacono, il naturalismo di Antonio Leto, i rimandi Art nouveau di Ettore De Maria Bergler, il gusto scintillante e luministico di Giovanni Boldini e la densa stagione del Novecento, testimoniata da autori come Massimo Campigli, Felice Casorati, Mario Sironi, Renato Guttuso, Franz von Stuck, che ci restituiscono le atmosfere e le suggestioni di una moderna capitale europea.

Via Sant’Anna, 21 – Aperto dalle 9:30 alle 18:30, martedì. – Sun. La biglietteria chiude un’ora prima – Chiuso lunedì – Info. 091.8431605

Biglietto: € 7,00 – City Card € 5,00Sconto del 10% sugli articoli del negozio interno del museo sui libri per possessori di city card .

3 Palazzo Branciforte – museo : tra archeologia, arte e pupi siciliani.

Aperto al pubblico nel maggio 2012, il Palazzo, che si sviluppa su 5.650 metri quadri di superficie, oltre ad ospitare gli uffici direzionali della Fondazione, offre spazio e fruibilità ad alcune prestigiose Collezioni della Fondazione stessa. Al piano terra sono esposte le collezioni archeologiche e le maioliche; al piano nobile sono custodite le collezioni filateliche, numismatiche e le sculture, insieme alla storica Biblioteca che conserva circa 50mila volumi della Fondazione. Da qui si può inoltre accedere ai suggestivi ambienti del Monte di Santa Rosalia, raro esempio ancora esistente di composizione architettonica lignea, destinata ora ad ospitare mostre d’arte temporanee.A Palazzo Branciforte la cultura si coniuga anche con la buona tavola e con i sapori della tradizione mediterranea. In un’ala del piano terra è allestita la Città del Gusto, la celebre scuola di cucina del Gambero Rosso, rivolta sia ad un’utenza professionale che al più ampio pubblico degli appassionati. Attiguo alla scuola, in una straordinaria cornice architettonica è disponibile, anche fuori degli orari museali, il prestigioso Ristorante Branciforte.

Via Bara all’Olivella, 2 – Aperto dalle 9:30 alle 19:30, martedì alla Domenica (Dal 31 marzo al 31 ottobre) .Aperto dalle 9.30 alle 2.30. Martedì alla Domenica (1 novembre – 28 febbraio). Chiuso lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima. Visite: le visite alle collezioni vengono effettuate ogni 60 minuti, guidate dal nostro staff; La prenotazione è gradita.

Biglietto : € 7,00 – City Card € 5,00.Sconto del 10% sugli articoli del negozio di libri per i titolari di city card .

4 Museo delle marionette Antonio Pasqualino: Pupi Siciliani e spettacolo di burattini.

Il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino è stato istituito nel 1975 dall’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari. Alle tradizionali attività museografiche vengono da sempre affiancati spettacoli dal vivo, realizzando uno degli esempi più felici di ricerca museografica sul teatro.La storia del Museo è indissolubilmente legata al suo fondatore, Antonio Pasqualino, scomparso nel 1995, medico chirurgo, insigne antropologo e cultore della storia e delle tradizioni popolari della sua terra natale, la Sicilia. Antonio Pasqualino dedicò la sua attività di ricerca ad una forma teatrale che, nella seconda metà del Novecento, sembrava oramai avviata verso un progressivo e inarrestabile declino: l’opera dei pupi, che narrava delle Crociate e dei Paladini di Francia, dei quali avevano scritto, fra gli altri, maestri della Letteratura Italiana, come Ludovico Ariosto, Matteo Maria  Boiardo e Torquato Tasso. Nel 1975 l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari fondò il Museo internazionale delle marionette dove trovarono definitiva sistemazione i pupi e i diversi materiali raccolti nel corso degli anni. Tra questi, oggetti provenienti da numerosi Paesi europei e dell’Estremo Oriente come la Francia, la Spagna, la Thailandia, la Birmania, il Vietnam, e tanti altri.

Piazza Antonio Pasqualino – Aperto domenica, lunedì e giorni festivi dalle 10.00 alle 14.00. Aperto da martedì a sabato dalle 10.00 alle 18.00. Chiuso l’1 maggio.

Biglietto : € 5,00 – City Card: € 3,00

5 Santa Maria dell’Ammiraglio detta Chiesa della Martorana  patrimonio UNESCO

La chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, nota anche come “la Martorana“, deve la sua più comune denominazione alla presenza di un monastero benedettino femminile, fondato nel 1193 da Goffredo ed Aloisia de Marturano, al quale nel 1435 il re Alfonso “il Magnanimo” concesse la chiesa. La sua edificazione (1143-1185), si deve al grande Ammiraglio del Regno, Giorgio Antiocheno, come ringraziamento per l’aiuto e la protezione concessagli dalla Santissima Vergine. L’interno è a croce greca inscritta in un quadrato, con i bracci della croce coperti a botte e gli ambienti sulle diagonali coperti da volte a crociera. Preziosissimo è l’apparato decorativo   con mosaici bizzantini. Il fulcro di tutta la composizione è il “Cristo assiso benedicente“, sulla sommità della cupola, con il mondo ai piedi e, distribuiti sulla volta della calotta, quattro angeli prostrati in atto di adorazione; Degna di notai gli affreschi del famoso  pittore Borremans nella parte barocca della chiesa. Qui è possibile notare anche i famosi mosaici con Re Ruggero II incoronato da Gesù e dal lato opposto l’ammiraglio Giorgio d’Antiochia in preghiera davanti la Vergine.

Piazza Bellini, 3 – Aperto 9.30 – 13:00 / 15:30 – 17:30 tutti i giorni. Domenica: dalle 9: 00-10: 30.

Biglietto : 2,00 € – City Card: 1,00 €

6 Chiesa di San Cataldo patrimonio UNESCO

La Chiesa di S. Cataldo fu costruita da un Ammiraglio Majone da Bari, al tempo di Guglielmo I, che ne fece la cappella privata del suo palazzo, sui resti delle antiche mura punico-romane. Questa chiesetta è stata aperta al pubblico solo da un secolo, in quanto era riservata alle cerimonie dei Cavalieri di Gerusalemme. L’esterno, fortemente restaurato, è un parallelepipedo di conci tufacei con tre archi a rincassi con monofore in ogni facciata. L’abside centrale fuoriesce appena sul lato est. Una cornice finemente intagliata corona tutta la costruzione. Sul tetto si svolge, per tutta la lunghezza del fabbricato un tamburo a forma di parallelepipedo, più stretto, con tre finestre sui lati lunghi e una su quelli corti, sormontato da tre cupolette che sono diventate uno dei simboli di Palermo. In origine erano rivestite di cocciopesto e oggi di intonaco rosso.

Piazza Bellini, 1 – Aperto dalle 9.30 alle 12.30 / dalle 15.00 alle 18.00 tutti i giorni Chiuso il 25 dicembre e il 15 agosto; 31 dicembre dalle 9.30 alle 12.30; 1 gennaio, 15:00 – 18:00

Biglietto : 2,50 € – City Card: 1,50 €

7 Oratorio di Santa Cita : tripudio di stucchi serpottiani

L’oratorio del SS. Rosario in Santa Cita, fondato dall’omonima confraternita, rappresenta uno fra i siti artistici più celebri di Palermo. L’ oratorio fu inaugurato il 16 settembre del 1686 al completamento dei lavori di trasformazione di alcuni spazi appartenuti alla chiesa dei SS. Quaranta Martiri dei Pisani, realizzati da due maestri del tempo, Francesco Lisciandrello e Vincenzo Mancuso, e avviati intorno al 1673. Questo oratorio rappresenta uno dei maggiori capolavori del grande scultore-plasticatore. L’opera serpottiana in Santa Cita, rivela nell’artista, la conoscenza diretta della classicità che si evidenzia soprattutto nella suggestiva bellezza delle forme.

Via Valverde 3- Aperto dalle 9:00 6:00 da lunedì al Sabato.

Biglietto : 4,00 € – City Card 3,00 €

8 Oratorio di San Domenico : tra stucchi del Serpotta e quadri

L’oratorio del Rosario di san Domenico fu edificato a partire dal 1574 per volere della prestigiosa Compagnia del SS. Rosario in San Domenico su progetto dell’architetto Giuseppe Giacalone. Nel 1627 fu realizzato il presbiterio, mentre verso la fine del ‘700 fu rifatto il prospetto su progetto di Vincenzo Fiorelli.In questo oratorio si fondono in armonioso equilibrio pittura e scultura le quali si integrano l’un l’altra in un gioco di rimandi allegorici. Le quattordici splendide tele poste sulle pareti relative ai Misteri del Rosario furono realizzate nel ’600 da insigni pittori siciliani e stranieriCon l’obiettivo di esaltare il significato teologico delle tele, intorno al 1714-1717, fu commissionato a Giacomo Serpotta la realizzazione di un apparato decorativo. La fastosa opera del Serpotta amplifica i significati simbolici e narrativi delle pitture verticalmente ed orizzontalmente nello spazio.

Via Bambinai 18 – Aperto dalle 9:00 alle 18:00 – da lunedì al Sabato.

Biglietto : 4,00 € – City Card: 3,00 €

9 Chiesa Immacolata Concezione al Capo : giardino di pietra

Entrando da Porta Carini si giunge nel cuore del mercato del Capo e qui scoprirete un autentico gioiello del barocco fiorito palermitano, la Chiesa dell’Immacolata Concezione. La faciata della chiesa è austera e sobria facciata della chiesa non lascia immaginare il miracolo dell’interna magnificenza. Preparatevi a stupirvi, visitatori che entrate in questa chiesa, qui lo sbalordimento supererà le più ardite immaginazioni. Allo stupore del visitatore si offre una spettacolare visione di marmi mischi, di stucchi, di pitture, di ferri forgiati e dorati, di statue e di colonne tortili in marmo rosso, che catturerà il vostro sguardo e desterà la vostra ammirazione. Al primo impatto sarete sopraffatti da tanta meraviglia, dal fasto raffinato del suo insieme e dei singoli capolavori d’arte, che portano le firme di insigni artisti. Un vero trionfo del barocco raccontato con linguaggio enfatico, immagine di un’epoca, quella della Controriforma, che trovò anche espressione nella fondazione di fastosi edifici religiosi, rappresentazione stessa del potere ecclesiale.

Via Porta Carini 38 – Aperto dalle 10.00 alle 14.00 dal lunedì al sabato

Biglietto : 2,00 € – City Card: 1,00 €

10 Oratorio di San Lorenzo (oratorio con decorazioni della Serpotta e copia Caravaggio rubato)

L’oratorio di San Lorenzo è un luogo di culto cattolico situato nel centro storico di Palermo ove si trovano molti oratori sorti tra la fine del Cinquecento e il secolo successivo. È ubicato nel mandamento Kalsa o Tribunali nei pressi di Corso Vittorio Emanuele adiacente alla basilica di San Francesco d’Assisi. L’oratorio di San Lorenzo fu costruito nella seconda metà del Cinquecento su una preesistente cappella dedicata a San Lorenzo, successivamente data in concessione ai frati del vicino convento di san Francesco. Nel 1569 la chiesa fu affidata alla Compagnia di san Francesco. Per l’oratorio, Michelangelo Merisi da Caravaggio dipinse la pala d’altare raffigurante la Natività con i santi Francesco e Lorenzo, che fu trafugata nella notte fra il 17 e il 18 ottobre del 1969. Vi era esposta la pala Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi del Caravaggio  del 1600. La tela venne trafugata tra il 17 e il 18 ottobre 1969 dall’oratorio di San Lorenzo dov’era sempre stata. Date le buone condizioni di conservazione, il critico Roberto Longhi l’aveva definita “l’opera meglio conservata tra quelle che il Caravaggio aveva prodotto in Sicilia”. Non è stata mai ritrovata. Del 1699 è la splendida decorazione a stucchi di Giacomo Serpotta, con le statue raffiguranti le Virtù, e gli otto teatrini sulle pareti che raccontano le storie dei due santi.[6] Gli stucchi si mostrano in tutta la straripante ricchezza inventiva del Serpotta che, forse, ha raggiunto in queste realizzazioni il punto più alto della sua arte.

Via dell ‘Immacolatella 5 – Aperto dalle 10.00 alle 18.00 tutti i giorni. 24 dicembre 10: 00-14: 00; 31 dicembre: 10:00 – 14:00 – 01 gen. 14.00 – 18.00; Chiuso il 25 dicembre e il 15 agosto

Biglietto : € 3,00 – City Card € 2,00

11 Oratorio di San Mercurio : decori serpottiani

L’oratorio di San Mercurio fu costruito nel 1557 dalla Compagnia della Madonna della Consolazione in San Mercurio fondata nel 1572 per assistere gli infermi del vicino ospedale di Palazzo Sclafani. Qui Giacomo Serpotta vi lavorò dal 1678. Lungo le pareti si possono ammirare una  schiera di putti del Serpotta in stucco che si arrampica intorno alle finestre e sopra le perfette cornici barocche. Oltre agli angioletti la decorazione viene arricchita da mascheroni, figure antropomorfe e vari elementi ornamentali. Nell’oratorio si può anche ammirare lo splendido pavimento maiolicato, tra i pochissimi ancora esistenti in luoghi sacri a Palermo, realizzato tra il 1714 e il 1715 da Sebastiano Gurrello e Maurizio Vagolotta su disegno del sacerdote Giulio De Pasquale.

Vicolo San Giovanni degli Eremiti, 2 – Aperto dalle 10.00 alle 18.00 tutti i giorni. 24 dicembre 10: 00-14: 00; 31 dicembre: 10:00 – 14:00- 01 gen. 14.00 – 18.00; Chiuso il 25 dicembre e il 15 agosto

Biglietto : € 3,00 – City Card € 2,00

12 Chiesa di S. Maria della Catena: esempio del gotico catalano

La chiesa sorge prospicente l’antico porto della Cala oggi porto turistico .La denominazione di Santa Maria “della Catena” è legata alla catena che da qui si dipanava fino al Castello a Mare e chiudeva l’antico porto di Palermo. La chiesa che possiamo ammirare adesso fu edificata in un arco temporale che va dal 1490 al 1520 su progetto del netino Matteo Carnalivari, uno dei più significativi architetti siciliani di tutti i tempi. Alto esempio della  fusione del gotico catalano , nella sua espressione più raffinata, con la nuova arte rinascimentale, la chiesa di Santa Maria della Catena appartiene a quel felice periodo che attraversò l’architettura isolana tra il 400 e il 500 e diede vita a una vasta produzione di opere di notevole livello artistico, non solo nell’architettura religiosa. L’ingresso è preceduto da una breve scalinata di raccordo (un tempo a due rampe), resasi necessaria per colmare il dislivello creatosi in seguito all’allungamento, nel 1581, della strada del Cassaro . Al di sopra, un arioso portico a tre arcate ribassate sorrette da robuste colonne in marmo, serrato ai lati da due torricini. Il portico, detto anche “tocco”, è un elemento tipico della chiese palermitane dell’epoca sorte nei quartieri marittimi e costituiva uno spazio utile per gli incontri e gli scambi tra gli abitanti della zona.

Piazzetta delle Dogane 1 – Apertura dalle 10.00 – 16.00 Da lunedì al sabato da Novembre a Maggio : Domenica dalle 14:00 alle 18:00 / da giugno a ottobre: Domenica dalle 10.00 alle 18.00.

Biglietto : 2,50 € – City Card: 1,50 €

13 Chiesa di S. Salvatore : chiesa barocca

La chiesa del Santissimo Salvatore è un edificio di culto situato nel centro storico di Palermo. Il monumento si affaccia sulla strada del Cassaro (odierno Corso Vittorio Emanuele), nel mandamento Palazzo Reale o Albergaria. La pianta concepita da Paolo Amato risulta dall’innesto di una croce greca su un vasto dodecagono irregolare inscritto in una ellisse. Geometrie e stili influenzati dall’architettura borrominiana, ma soprattutto da Pietro da Cortona e dal Bernini, sperimentata dall’Amato in un altro notevole impianto planimetrico ellittico: quello della chiesa di San Carlo dei Milanesi del 1691.I due ordini di paraste sono divisi da una cornice continua che segue l’andamento della pianta che genera un “affaccio” o ballatoio che le monache potevano percorrere lungo tutto il perimetro dell’edificio, assistendo indisturbate alle funzioni. Lo sviluppo parietale è tripartito in un primo ordine d’altari, un secondo ordine di finestre e cantorie, il terzo da logge.Ma ciò che colpisce maggiormente l’immaginazione è il fastoso interno, interamente decorato da marmi policromi, stucchi ed affreschi. A proposito di questi ultimi le fonti attribuiscono quelli del cupolino che chiude il cappellone maggiore a Filippo Tancredi del 1705 con l’Adorazione dell’Agnello Mistico e quelli che decorano il vestibolo d’ingresso e la volta (1765) al grande artista palermitano Vito D’Anna: La guarigione di un bimbo per intercessione di San Basilio e la Predica di San Basilio, le figure allegoriche della Fortezza, Prudenza, Temperanza e della Giustizia nel vestibolo, quelle della Fede e della Carità nei pennacchi. La chiesa, seriamente colpita dai bombardamenti anglo-americani del 1943 che ne distrusse parte dell’apparato, intorno al 1959 fu restaurata e trasformata dall’architetto Franco Minissi in auditorium.

Corso Vittorio Emanuele 395 – Aperto da mercoledì a Sabato dalle 10.00 – 17.00, ultimo ingresso alle 16.30.

Biglietto: 2,50 € – City Card: 1,50 €

14 Alliata di Villafranca Palace (palazzo nobiliare con dipinto di Antoon Van Dyck)

Palazzo Alliata di Villafranca è un palazzo nobiliare di Palermo, situato nel centro storico, nel mandamento Palazzo Reale. origini del palazzo sono cinquecentesche: vi sorgevano infatti nel XVI secolo le case della potente famiglia Beccadelli di Bologna, una casata originaria per l’appunto da Bologna e giunta in Sicilia in età rinascimentale, a cui appartenne anche il Panormita, celebre poeta nel crepuscolo della corte aragonese. La famiglia dà il nome alla piazza antistante, conosciuta anticamente come “Piano d’Aragona”.

Nella prima metà del XVII secolo fu acquisito dagli Alliata di Villafranca e per quattro secoli è stata la principale dimora della famiglia Alliata a Palermo. Durante il secolo successivo il palazzo fu rimaneggiato, assumendo l’aspetto attuale, tardo-settecentesco, ad opera dell’architetto Giovanni Battista Vaccarini.La monumentale facciata con i due portali simmetrici ricorda l’epoca in cui vi uscivano i corrieri del Regno.I due grandi stemmi in stucco sono quelli degli Alliata, Principi di Villafranca, opera di Giacomo Serpotta.Il palazzo ospitava una delle più importanti collezioni d’arte della città, fra cui ancora visibile è la celebre crocefissione di Van Dyck, di cui si conserverebbero nell’archivio di famiglia i documenti di committenza e le due magnifiche tele di Matthias Stom.Al centro della facciata del Palazzo campeggia una lapide a ricordo della sosta nel 1860 nel luogo di Giuseppe Garibaldi.

Piazza Bologna, 20 – orario estivo : Aperto dalle 10.00 alle 17.30. – da venerdì a lunedì.(Da luglio a dicembre) . Orario invernale sabato e domenica dalle 10:30 alle 17:00. (da gennaio a luglio).

Biglietto : 4,00 € – City Card: 3,00 €

15 Chiesa di San Matteo al Cassaro (chiesa con decorazioni di Serpotta)

La chiesa di San Matteo al Cassaro è un edificio di culto situato nel centro storico di Palermo. Il monumento si affaccia sulla strada del Cassaro (odierno Corso Vittorio Emanuele), nel mandamento Castellammare o Loggia. empio di stile cinquecentesco, lungo 35 metri e largo 18, a croce latina con ampio transetto e abside squadrata, l’interno diviso in tre navate da due serie di sette colonne di stile dorico[9] in pietra grigia di Billiemi collocate nel 1640, reggono arcate centriche oltre le quali si aprono le navate laterali e le dieci cappelle.[10] L’interno, tra le tante apprezzabili opere d’arte, offre mirabili affreschi di Vito D’Anna[9] e pregiati stucchi di Giacomo Serpotta e Bartolomeo Sanseverino. Le pareti arricchite da rivestimenti in marmo policromo, la tecnica, molto diffusa nel seicento, ha una particolare diffusione in Sicilia, consiste nel comporre assieme marmi mischi di diverso colore creando particolari cromie e accostamenti dai toni intensi e variegati. All’interno di ogni cappella è addossato alla parete di fondo un altare con paliotto settecentesco, anch’esso in marmo policromo.Le colonne reggono archi a tutto sesto, archi rivestiti di marmi policromi con pennacchi adorni da medaglioni in stucco dorato con mezze figure dei dodici Apostoli attribuiti a Bartolomeo Sanseverino allievo di Giacomo Serpotta. All’ingresso, davanti alle prime due colonne sono collocate due acquasantiere La Grassa, poste nel 1992 in sostituzione delle settecentesche rubate nell’agosto del 1990. Tra gli artisti impegnati nella realizzazione delle tele della chiesa si segnalano Pietro Novelli, Leonardo Balzano, Filippo Randazzo, Antonio Manno e Giuseppe Testa.

Via Vittorio Emanuele, 295 – Apertura 10.00 – 18.00 ( Tutti i giorni )- Domenica 13.00 – 18.00

Biglietto : € 2,50 – City Card: € 1,50

16 Chiesa di S. Caterina di Alessandria (chiesa barocca)

La chiesa di Santa Caterina da Siena è un edificio di culto situato nel centro storico di Palermo. L’aggregato monumentale è altrimenti noto localmente come «Chiesa di Santa Caterina delle Donne»,unitamente al trecentesco monastero domenicano occupa l’area delimitata a nord dalla strada del Cassaro (odierno Corso Vittorio Emanuele), a occidente da piazza Pretoria dove troneggia l’omonima Fontana Pretoria, a mezzogiorno con piazza Bellini ove fronteggia la chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio altrimenti detta la «Martorana» e la chiesa di San Cataldo. L’impianto è a unica navata con tre cappelle per lato, si sviluppa longitudinalmente ed è attraversato dal transetto su cui si innesta la cupola.Ciò che colpisce di più è la ricca decorazione dell’interno, ad unica navata, tipico dell’età della Controriforma. La Cappella di Santa Caterina d’Alessandria. Sontuoso altare barocco progettato dall’architetto e frate domenicano Andrea Palma, nella nicchia la statua marmorea di Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto realizzata da Antonello Gagini nel 1534, proveniente dalla dismessa cona documentata nel monastero. Ai lati su mensole sono presenti due angeli, sulle cimase della nicchia sono posti due putti, sopra il frontone della nicchia due angioletti sospesi reggono la corona della fedeltà.

Aperto dalle 9.00 alle 19.00 tutti i giorni.

Biglietto : € 3,00 – City Card: € 2,00

17 Torre di San Nicolò di Bari: nel cuore di Ballarò.

La torre ,accanto alla chiesa di San Nicolò, venne fatta  edificare dalla universitas palermitana per difendere le mura del “Cassaro”, non faceva parte delle strutture della chiesa, ma risultava slegata ed isolata. Torre d’eccellenza, forse la più alta di Palermo, perduto il significato di difesa, a causa dell’ampliamento urbanistico della città, successivamente si volle ingentilire e perdere il suo austero aspetto. Infatti, si applicò al secondo livello, delle bifore con l’applicazione d’intarsi, esse si caratterizzano per la semplicità del disegno e le severe proporzioni e la bellezza plastica, che indicano un preciso linguaggio artistico, una sperimentazione che nelle finestre dello Steri avrà la sua compiutezza. La costruzione della Torre deve farsi risalire alla stessa epoca della fondazione della chiesa: XIII secolo. Poco prima del 1518, sacrificando una bifora dell’ultimo piano, di cui si era già arricchita, vi fu apposto un orologio come riferiscono i registri del Senato palermitano e costituiva uno dei tre orologi della città, insieme a quelli di Sant’Antonino Abate e di Santa Lucia al Borgo. Questi battevano la “castiddana” per annunciare agli artigiani di chiudere bottega e alla popolazione di non vagabondare più per le strade senza preventivo permesso di un magistris civico, pena il pagamento di cinque onze se intercettati dalla ronda , perché a quell’ora venivano chiuse le porte della città. La “castiddana” (castellana) constava nel rintoccare cinquantadue colpi di martello alla campana alle due di notte, corrispondenti alle due ore dopo l’Avemaria, con la quale, secondo il conteggio “all’italiana”, aveva inizio il nuovo giorno.Oggi questo orologio non è più visibile, è stato tolto durante i restauri del XX secolo riottenendo l’antica monofora e, nemmeno la guglia della torre, eliminata in seguito ai danneggiamenti inferti dal terremoto del 1726.

Via Nasi Nunzio, 18 – Aperto dalle 10:30 alle 14:30 da martedì a Sabato ( chiuso lunedì)

Biglietto :€ 2,50 – City Card € 1,50

18 SS. Chiesa della Trinità del Cancelliere (Magione) + chiostro

La chiesa detta “La Magione” si trova di fronte alla piazza omonima ed è l’ultimo edificio costruito dai Normanni a Palermo. La chiesa fu fondata nel 1150 da Matteo D’Aiello, cancelliere dell’ultimo re normanno, che la volle intitolare alla SS. Trinità e la destinò, insieme all’annesso convento, ai monaci cistercensi. Già nel 1197, però, il complesso fu ceduto da Enrico VI, incoronato tre anni prima re di Sicilia, all’ordine dei Cavalieri Teutonici, di cui lui stesso faceva parte. Fu sede del precettore generale dell’ordine del quale divenne la “mansio” o magione. I cavalieri modificarono l’assetto architettonico originario, ingrandendo il convento e creando nuove cappelle dentro la chiesa. Un nuovo passaggio di consegne avvenne nel 1492, allorché vennero espulsi i Cavalieri Teutonici e la chiesa passò nelle mani degli abati Commendatari, che apportarono nuove modifiche strutturali e trasformazioni degli interni in gusto barocco. Dopo quasi tre secoli, nel 1787, la chiesa passò ai Borboni e fu sottoposta ad un processo di rinnovamento neoclassico, che prevedette la creazione di un portico davanti al prospetto. I restauri di Giuseppe Patricolo (1875) e di Francesco Valenti (1920), hanno restituito le linee originali della chiesa medievale liberandola del portico e dei rifacimenti barocchi dell’interno. Venne mantenuto solo il portale barocco, all’ingresso del giardino dinanzi alla chiesa. Un nuovo restauro si è reso necessario dopo che il complesso è stato colpito ben due volte durante i bombardamenti del 1943. Tra chiesa e convento, si accede anche al suggestivo chiostro che costituisce ciò che rimane dell’originario monastero cistercense del XII secolo.

Piazza Magione, 1- Aperto dalle 10:00 alle 19:00 da martedì a domenica

Biglietto : € 4,00 – City Card € 3,00

19 Museo Diocesano di Palermo (Museo di arte sacra)

Il MUDIPA o Museo diocesano di Palermo, è un museo di Palermo. Ha sede presso alcuni ambienti del Palazzo Arcivescovile. el palazzo quattrocentesco originario sopravvive la splendida trifora gotica sulla via Matteo Bonello, all’angolo con Corso Vittorio Emanuele, e il portale gotico catalano. Le sale principali del piano nobile, sontuosissime, furono affrescate da Guglielmo Borremans e da Gaspare Fumagalli, ma nel XIX secolo buona parte delle pitture barocche fu sostituita da altre più moderne, secondo il gusto dell’epoca.Il Museo fu aperto nel 1927 e, nel XX secolo, si succedettero vari allestimenti. L’attuale segue un percorso cronologico dal 1171, anno della tavola della Madonna dell’Odigitria, fino al XVIII secolo.Nel museo sono custodite opere d’arte sacra e arredi marmorei (dal Quattrocento al Settecento) provenienti dalla Cattedrale prima del rifacimento neoclassico e da chiese distrutte o sconsacrate. Sono in corso ampliamenti che comprenderanno altre sontuose sale come la Sala Rossa, la Sala Azzurra, l’Alcova e la Sala Borremans, per un totale di 22 ambienti.

Via Matteo Bonello, 2 Aperto 9.30 – 12.30. – da lunedì al venerdì

Biglietto : € 5,00 – City Card: € 4,00

20 Chiesa di S. Ninfa dei Crociferi (chiesa barocca)

La chiesa di Santa Ninfa dei Crociferi è una chiesa di Palermo, costruita in stile manierista e barocco; altrimenti nota come “chiesa rettoria di Santa Ninfa ai Crociferi” dei religiosi camilliani, è sita nella centrale Via Maqueda, in pieno centro storico nel mandamento di Monte di Pietà – Seracaldio – Capo. Appartiene all’arcidiocesi di Palermo, vicariato di Palermo sotto il patrocinio di Santa Rosalia, arcipretura di Palermo. Il presbiterio, costruito tra il 1624 ed il 1649, è caratterizzato dalla presenza del grande dipinto, opera di Gioacchino Martorana, raffigurante Santa Ninfa attorniata dalle altre sante patrone palermitane Rosalia, Agata ed Oliva al cospetto della Trinità, della Vergine Maria e di san Giuseppe.[3] Il dipinto ad olio, fra i più estesi esistenti, è commissionato, patrocinato e donato dalla nobildonna Francesca Perollo, marchesa di Lucca Sicula[12]. Dietro l’altare è posizionato il sarcofago in diaspro nero del coniuge della benefattrice, Francesco Lucchesi Palli. Inoltre lo stesso Martorana è l’autore sia dei quadroni a fresco siti sulle pareti del coro e raffiguranti i Dottori della Chiesa, a destra San Girolamo e San Gregorio Magno, a sinistra Sant’Agostino e Sant’Ambrogio,[3] che dell’affresco della volta, raffigurante il Trionfo della Croce tra gli Apostoli, due medaglioni raffiguranti San Pietro e Sant’Andrea. Sotto l’affresco è presente un rilievo in stucco dorato, attribuito a Vittorio Perez, che rappresenta la Traslazione delle reliquie di Santa Ninfa nella Cattedrale di Palermo avvenuta nel 1593. L’altare in marmo è realizzato da Giuseppe Venanzio Marvuglia. Tra gli altri artisti impegnati nell’arricchimento artistico della chiesa vi furono anche lo scultore Giacomo Serpotta ed il pittore fiammingo Guglielmo Borremans. Nella chiesa sono presenti anche alcune reliquie di San Camillo de Lellis e numerose sepolture.

Via Maqueda 257 Aperto dalle 10:30 alle 17:00 lun. – Sab. / Messa domenicale (nessuna visita)

Biglietto : € 2,50 – City Card: € 1,50

21 Chiesa dell’Assunta (chiesa barocca e decori serpottiani )

La chiesa dell’Assunta delle Carmelitane scalze è un edificio di culto ubicato nel centro storico di Palermo. L’aggregato monumentale comprendente la chiesa e il monastero dell’Ordine dei carmelitane scalze sorge lungo la via Maqueda tra la via Santa Rosalia e piazza San Nicolò degli Scalzi nel mandamento Tribunali o Kalsa. La chiesa ha un impianto a navata unica con pavimento in marmi policromi realizzato nel 1638. Nella controfacciata si trova il coro chiuso da grata, che ospita un organo a canne di Pietro Lugaro (1861). L’apparato decorativo degli interni è del 1710 dettato dalla glorificazione di Santa Teresa d’Avila. Il sottocoro è affrescato da Guglielmo Borremans, il ciclo decorativo di Filippo Tancredi con la Gloria di Santa Teresa d’Avila sulla volta, Storie della vita di Santa Teresa nelle vele arricchite da ghirlande floreali in stucco, e Antonio Grano. Statue, decorazioni, teatrini e manufatti in stucco attribuiti a Giuseppe e Procopio Serpotta.

Via Maqueda 59 Aperto 10.30 – 13.00 Mon. – Sab. / Messa domenicale (nessuna visita)

Biglietto : € 1,50 – City Card: € 1,00

22 Casa Professa / Chiesa del Gesù (chiesa barocca) + museo + Sabato Oratorio

La chiesa del Gesù nota anche come Casa Professa, è una delle più importanti chiese barocche di Palermo e dell’intera Sicilia. L’aggregato monumentale della Compagnia di Gesù è ubicato nel centro storico di Palermo nel mandamento di Palazzo Reale o Albergaria, con pertinenze e dipendenze ingloba numerosi altri edifici di culto. L’interno è a croce latina con tre navate e ampio presbiterio. Tutta la chiesa è ricoperta da una esuberante decorazione marmorea per celebrare la gloria di Gesù e dalla Madonna, con un complesso programma iconografico arricchito da motivi floreali, umani, animaleschi ed astratti, realizzati con la tecnica a marmo mischio e tramischio, eseguiti dai migliori scultori siciliani a partire dal 1658. Tra i maestri di pittura e scultura troviamo opere di Pietro Novelli, Gaspare Bazzano, Antonio Grano, Camillo Camilliani, Ignazio Marabitti. Il complesso programma iconografico presente nel presbiterio si deve ai Gesuiti stessi, con episodi tratti ad arte dal Vecchio e Nuovo Testamento. Dopo il recente restauro del 2009 , la Chiesa del Gesù di Casa Professa e gli altri ambienti ad essa collegati ovvero il Museo, L’Oratorio del Sabato , la Cripta e la Sacrestia, sono fruibili mediante un percorso turistico di visita .

La magnificenza propria dell’Ordine è ravvisabile visitando il Museo che custodisce opere artistiche e manufatti artigianali di inestimabile valore. L’area d’esposizione, estesa su due livelli, si articola in alcune sale tematiche. La Sala I è la Sala dei Paliotti in cui si custodiscono alcuni originali paliotti di epoca barocca a tema figurato ed architettonico. Tra di essi emergono, per eleganza e raffinatezza esecutiva, quelli impreziositi da grani di corallo e fili d’oro e quello con l’imponente “Trionfo della Fede su un carro trainato dai quattro Evangelisti e dai Santi Ignazio e Francesco Xavier” della prima metà del XVII sec. Nella stessa sala si può ammirare lo splendido capezzale di S. Rosalia della prima metà del Seicento, realizzato in corallo, rame dorato e smalti ed l’ottocentesco Fercolo processionale con la statua di Sant’Ignazio da Loyola, del fondatore della Compagnia di Gesù. La Sala II è denominata Sala del Crocifisso presenta, entrando sulla destra, alcuni elementi architettonici di quella che era la chiesa medievale dei Santi Cosma e Damiano, demolita per la costruzione del Complesso gesuita. All’interno, la sala contiene varie opere della spiritualità gesuitica, busti-reliquiario ed altri manufatti di scuola trapanese ed uno splendido crocifisso ligneo. La Sala III detta “La Farina” espone una selezione di maioliche appartenenti alla donazione La Farina ed alcune opere pittoriche tra cui in paesaggio ottocentesco di Francesco Lojacono.

L’oratorio prende l’appellativo del Sabato dall’ultima congregazione a cui viene affidato, quella della Croce e Martorio di Cristo che in tale giorno settimanale si riuniva, ma la sua fondazione si deve alla congregazione degli Artisti sotto il titolo della Purificazione della Vergine che vi si trasferisce nel 1686. Nello stesso anno, la cappella però passa alla congregazione dei Gentiluomini o Corteggiani, fondata da padre Luigi La Nuza con il nome di Venerabile Congregazione di San Francesco Borgia sotto il titolo di Nostra Signora della Concezione. Nel 1693 i Gentiluomini commissionano al giovane Procopio Serpotta, figlio di Giacomo, la decorazione della cappella come riportato negli archivi dei Gesuiti. Dopo l’espulsione dei Gesuiti nel 1767 che porta all’espropriazione dei loro beni, l’Oratorio viene affidato al Senato palermitano , ma questi preferì restituirlo in cambio di altri due Oratori. Nei primi dell’Ottocento, ritornando i Gesuiti a Palermo, l’oratorio viene affidato ad un’ultima congregazione, quella della Croce e Martorio di Cristo o del Sabato. Nel corso del Novecento viene restituito ai Padri Gesuiti, affronta diversi restauri ed entra nel 2009 nel percorso museale del Complesso del Gesù di Casa Professa. L’Oratorio, ad aula unica e rettangolare, presenta le pareti ornate da Allegorie ovvero statue in stucco ispirate alle Virtù affiancate a cornici dove erano alloggiate le tele raffiguranti eroine bibliche, probabilmente trafugate dopo l’allontanamento del 1767 dei Gesuiti. Sul tetto e lungo le pareti un tripudio di putti ed angeli in stucco incorniciano gli affreschi e contornano i tondi. L’altare in marmo policromo custodisce il tabernacolo ed è sovrastato da un dossale in legno dorato, con anteposto un crocifisso ligneo dei primi del Seicento .

P.zza Casa Professa 1 Aperto Lun. – Sab. 9:30 – 15:30 / 18:30; 9:30 – 18:30  

Biglietto museo + oratorio : 5,00 € – City Card: 4,00 €

23 Chiesa Gancia

La chiesa di Santa Maria degli Angeli, detta anche chiesa della Gancia, è una chiesa del Centro storico di Palermo ubicata nel mandamento della Kalsa o Tribunali in via Alloro, nota in particolare per il suo soffitto ligneo. È annessa all’omonimo convento. L’impianto basilicale è a croce latina con ai lati della navata venti cappelle, la cantoria posta sopra la porta d’ingresso centrale sulla controfacciata ove è collocato l’organo antico è sorretta da due telamoni dorati, tipici del manierismo. Il soffitto del sottocoro è costituito da riquadri decorati da rosette al cui centro si nota un ottagono all’interno del quale è intagliata una colomba, simbolo dello Spirito Santo.Sopra la porta centrale e sorretto da due colonne vi è il coro con il magnifico organo, opera di Raffaele La Valle del 1615 su commissione del Senato di Palermo, e rielaborato nel 1772 da Giacomo Andronico con pezzi originali, sormontato dallo stemma dell’Ordine francescano; è suonabile sia indipendentemente, sia dalla consolle dell’altro strumento, l’organo Tamburini opus 482 del 1962, situato a pavimento nell’abside. Lungo i due lati della navata e al di sopra della cappelle vi sono degli affreschi raffiguranti santi francescani, ciclo iniziato verso il 1697 da Filippo Tancredi e completato da Antonio Grano circa tre anni dopo. Nel lato destro essi raffigurano: San Diego d’Alcalá, San Giovanni da Capestrano, Pietro d’Alcántara, Santa Elisabetta d’Ungheria, San Ludovico di Tolosa, Sant’Antonio di Padova. Nel lato sinistro sono: San Pasquale Baylon, San Giacomo della Marca, San Bernardino da Siena, Santa Chiara d’Assisi, San Bonaventura da Bagnoregio, San Francesco d’Assisi. Il soffitto ligneo è costituito da formelle con una stella dorata al centro di ognuna di esse, opera del XVI secolo. Nella controfacciata, sono documentate le due semicappelle ai lati della porta principale dedicate a San Corrado a sinistra, ai Santi martiri del Giappone quella a destra.Nel tempio trova sepoltura il pittore Gaspare Serenari.

Via Alloro 27 Aperto solo dalle 9:30 alle 13:30 – da Nov a marzo Aperto dalle 9:30 alle 13:30 da lun. – Sab. (da aprile a ottobre). Info associazione Itiner’ars ph. 338 4512011/338 7228775

Offerta 2,50 € – City Card 1,50 €

24 Cripta e chiesa di Santa Maria dell’Itra dei Cocchieri

La chiesa di Santa Maria dell’Itria, nota anche come chiesa di Santa Maria dell’Itria dei Cocchieri, per via dell’omonima confraternita, è ubicata nel centro storico di Palermo nel mandamento della Kalsa o Tribunali in Via Alloro. Ma il vero “gioiello” di tutto il complesso religioso è senza dubbio la “Cripta sepolcrale“, un vasto ambiente sotterraneo a pianta rettangolare che si estende al di sotto dalla chiesa e del sagrato, diviso in due parti da un grande corpo scala: l’ampio locale presenta alle pareti i resti di novanta loculi, destinati ad ospitare i corpi mummificati dei confrati che suscitano non poca curiosità. Un altro ambiente più piccolo il cosiddetto “locale dei colatoi” si trova ad un livello inferiore a cui si accede da una piccola scala (anche se accedervi comporta qualche difficoltà). Il locale può essere considerato una chiesa vera e propria, dato che fu utilizzato per le funzioni religiose come già detto, dalla Confraternita dei Carrettieri prima, e successivamente da quella dei Cocchieri. Questo locale fu adibito a sepoltura, in quanto una delle funzioni primarie delle confraternite era quella di dare degna sepoltura ai confrati defunti che ne avevano diritto. Questa destinazione d’uso durò almeno fino agli ultimi anni del secolo XVIII, quando una normativa emanata dal viceré Domenico Caracciolo, confermata dal suo successore principe di Caramanico, vietava di seppellire i morti dentro le mura della città e istituiva i cimiteri pubblici suburbani. La destinazione funeraria è attestata con certezza fin dal 1729 (ma certamente lo era da prima), anno in cui la confraternita dei cocchieri ospitò nella cripta la Confraternita di Gesù e Maria, che aveva il compito specifico di dare sepoltura ai confrati. I membri di questa Confraternita si adoperarono ad abbellirla ed arricchirla con raffinati ornamenti, pitture (alcune delle quali di grande pregio) e decorazioni.

Via Alloro 133 Aperto dalle 09:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00; Sole. 09: 00-13: 00. Chiuso la settimana santa.

Biglietto CRIPTA : 3,00 € – City Card: 2,50 €

25 Catacombe di Porta d’Ossuna (Catacombe paleocristiane)

Databili tra il IV ed V secolo d.C., furono scoperte nel 1739 durante i lavori di costruzione del Convento delle Cappuccinelle; nel 1785 fu sistemato l’ingresso. Poste a poca distanza dal limite urbano, sono formate da corridoi, gallerie e loculi che si estendono per alcune centinaia di metri verso occidente. Preceduto da un vestibolo costruito per volere di Ferdinando I di Borbone nel 1785, di cui resta un’iscrizione celebrativa all’entrata. Le pareti erano dipinte, ma oggi restano solamente alcune tracce di intonaco. Alla scoperta nel XVIII secolo fu rinvenuta un’iscrizione funeraria per una bambina, oggi conservata al Museo Archeologico Regionale “Antonio Salinas”. Furono utilizzate come rifugio durante l’ultima guerra. Così chiamate poiché adiacenti all’antica Porta d’Ossuna , dal nome del viceré Pietro Giron, duca di d’Ossuna,costruita su disegno di Marano Smiriglio nel 1613 e demolita nel 1872; di essa rimane la lapide posta sul muro del contiguo monastero delle Cappuccinelle.

Corso Alberto Amedeo 110 Aperto dalle 10: 00-13: 00/15: 00-18: 00 solo domenica. Altri giorni su prenotazione . Associazione Archeofficina tel: +39 320 8361431/3279849519

Biglietto : 5,00 € – City card 3,50 €

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